Gli USA feriscono Huawei, stop ai chip Intel e Qualcomm

Grazie ai chip di Intel e Qualcomm, Huawei aveva potuto continuare a costruire computer e telefoni nonostante i divieti imposti dagli USA negli ultimi anni: ma ora una nuova revoca mette i bastoni tra le ruote al colosso tecnologico cinese.

IL Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti infatti ha appena revocato alcune licenze di esportazione, senza però fare nomi. Tuttavia, secondo alcune fonti che si dicono informate dei fatti, riportati dalla Reuters, sarebbero Intel e Qualcommdue dei più grandi produttori di chip che ora non potranno più vendere i propri processori a Huawei.

Secondo Reuters la revoca è arrivata proprio ieri 7 maggio 2024una giornata importante per Apple che ha visto la presentazione dei nuovi processori M4 accanto a quattro nuovi iPad, e in un periodo molto caldo per il settore, con un Google I/O ormai imminente e il lancio sempre più probabile di un motore di ricerca dotato di intelligenza artificiale da parte OpenAI.

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Cosa comporta

Ciò che l’amministrazione Biden ha appena attuato è solo l’ennesimo inasprimento di una serie di azioni volte a contrastare il brand cinese che, nonostante i divieti subiti dalla precedente era Trump dal 2019 con l'accusa di spiare gli americaniera comunque riuscita a mantenere una quota delle esportazioni dei suoi prodotti.

Infatti è stato lo stesso ex presidente americano a concederlo, a circa un anno dal primo divieto, l'uso dei precedenti chip 4G di Qualcomm (e di alcune delle sue tecnologie 5G con cui Huawei ha costruito il proprio modulo 5G sotto il marchio HiSilicon) e processori Intelche proprio il mese scorso gli ha permesso di lanciare quello nuovo MateBook (che utilizza il processore Intel Core Ultra 9) alimentato da tecnologie di intelligenza artificiale.

Sembra che sia stato l'arrivo di quest'ultimo a convincere i legislatori repubblicani che è giunto il momento di intraprendere azioni ancora più dure per contrastare Huawei, che l'amministrazione Biden si è affrettata ad approvare in nome del “rafforzamento della sicurezza nazionale degli Stati Uniti”, dice la deputata Elisa Stefanikconvinto che ciò serva anche a proteggere “l’ingegno americano” e a frenare l’avanzamento delle tecnologie della “Cina comunista”.

Danni e rischi non solo per Huawei

Come dicevamo, questa mossa potrebbe non solo danneggiare Huawei ma Anche i fornitori statunitensi che intrattengono rapporti commerciali con la società. Anche per Intel, questa potrebbe non essere una grande sorpresa, soprattutto alla luce del calo della domanda di data center e chip per PC; solo il mese scorso ha perso 11 miliardi di dollari in valore di mercato azionario dopo aver previsto ricavi inferiori alle stime di mercato per il secondo trimestre fiscale.

Ora dovranno presentare domanda le imprese interessate dalla revoca una licenza speciale, secondo Reuters difficile da ottenere prima che possano essere effettuate nuove spedizioni. Questo senza considerare i fornitori di Huawei hanno già ricevuto licenze per un valore di “miliardi di dollari” poter vendere a Huawei, licenze che ora rischiano di sbattere contro un muro.

Tuttavia, sembra che questo sia ancora un altro blocco era nell'aria già da qualche giorno dato che Qualcomm ha scritto nei suoi documenti normativi all'inizio di questo mese che non si aspettava di ricevere maggiori entrate dalla vendita di chip a Huawei dopo quest'anno. Negli stessi giornali, però, ha anche dichiarato che gli accordi sui brevetti delle tecnologie 5G (quelli concessi per costruire il chip HiSilicon di cui abbiamo scritto sopra, ndr) scadono all'inizio del 2025 e le trattative per rinnovarlo sono già in corso.

Un barlume di speranza

Per alcuni sono proprio queste licenze ad aver contribuito alla rinascita di Huawei, che solo a febbraio ha visto le sue sedi in Francia perquisite con l'accusa di corruzione. Con il telefono lanciato nell'agosto 2023 alimentato dal processore cinese SMIC l’azienda sarebbe infatti riuscita ad aumentare le vendite del 64% su base annua nei primi due mesi del 2024, nonostante le restrizioni all’export statunitensi. Anche il business per il mercato delle auto intelligenti darebbe una grossa mano, tanto che Huawei avrebbe registrato la crescita dei ricavi più rapida negli ultimi quattro anni.

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