È ufficiale: il Brescia Calcio è stato estromesso da ogni competizione professionistica dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), con una comunicazione shock diffusa giovedì 3 luglio 2025. La decisione, basata su un elenco dettagliato di inadempienze economiche e amministrative, ha segnato la fine di un club con 114 anni di storia calcistica. La FIGC ha dichiarato che la società “non ha soddisfatto tutte le condizioni e i requisiti necessari per l’ottenimento della licenza nazionale 2025/2026”.
Alla data del 27 maggio il Brescia non aveva versato la tassa di iscrizione alla Serie C né la garanzia da 350mila euro richiesta per partecipare al campionato, segnando il punto di non ritorno. Il club, gestito da Massimo Cellino, accumulava debiti verso la Lega B pari a 1,1 milioni di euro, oltre al mancato pagamento degli stipendi di marzo e aprile ai tesserati, medici, dirigenti e collaboratori.
Tra le mancanze più gravi figurano i versamenti non effettuati delle ritenute Irpef e dei contributi previdenziali relativi a diverse mensilità, oltre a segnalazioni dell’Agenzia delle Entrate per l’uso indebito di crediti d’imposta. Il mancato rispetto dei “criteri legali ed economico-finanziari” ha costretto la FIGC alla cancellazione del Brescia dal professionismo, lasciando tifosi e città nello sgomento.
La caduta del Brescia Calcio: dal sogno della Serie A al caos finanziario
Il Brescia Calcio, fondato nel 1911, aveva conosciuto una rinascita nel 2019 con la promozione in Serie A sotto la guida di Massimo Cellino, ma negli ultimi anni il progetto è deragliato in modo drammatico. Dopo le dimissioni di Cellino nel 2022 per problemi giudiziari e il suo successivo ritorno, la gestione societaria è precipitata in una spirale di debiti e omissioni fiscali, culminata con l’epilogo odierno.
La FIGC ha evidenziato anche ritardi nel pagamento di imposte come IRES, IRAP e IVA, oltre alla mancata presentazione di documenti richiesti per certificare la regolarità finanziaria. In parallelo, la Direzione Provinciale delle Entrate di Brescia ha emesso diverse notifiche ufficiali che indicano presunti utilizzi indebiti di crediti d’imposta per compensare debiti fiscali e previdenziali, aggravando ulteriormente la situazione.
Mentre l’esclusione dal campionato di Serie C è ormai definitiva, la città potrebbe aggrapparsi alla speranza di rinascita sportiva grazie al diritto sportivo della Feralpisalò, pronto a indossare i colori biancazzurri. Una soluzione temporanea che potrebbe rappresentare un ponte verso una futura rifondazione. Intanto, il calcio italiano perde una delle sue piazze storiche, lasciando un vuoto profondo nel panorama professionistico nazionale.