Dusan Vlahovic continua a rappresentare un nodo critico nella pianificazione estiva della Juventus, ostacolando l’avvio delle operazioni in entrata. Il centravanti serbo ha respinto tutte le offerte ricevute fino ad oggi, tra cui una proposta milionaria dell’Al Ahli, mettendo in stand-by le strategie della dirigenza. L’offerta araba prevedeva un contratto da 20 milioni di euro a stagione fino al 2028, cifra superiore di oltre 8 milioni rispetto all’attuale ingaggio percepito dal classe 2000. Tuttavia, il rifiuto di Vlahovic appare dettato più da ragioni sportive che economiche.
Il problema principale resta il suo stipendio elevatissimo, pari a 12 milioni netti, che grava sensibilmente sul bilancio bianconero. In un’estate in cui il Fair Play Finanziario impone scelte oculate, la permanenza dell’attaccante condiziona ogni margine operativo. L’interesse per profili come Jonathan David resta, ma finché Vlahovic non libera spazio salariale, ogni trattativa resta congelata.
Il club valuta anche la possibilità di ricorrere a misure drastiche, come l’esclusione temporanea dell’attaccante dal progetto tecnico, per forzare una soluzione che permetta di sbloccare il mercato e garantire sostenibilità economica. In attesa di offerte più convincenti o di un eventuale cambio di posizione del giocatore, la Juventus resta ancorata a un limbo gestionale complicato.
Strategie frenate e obiettivi rinviati: effetto domino sulla rosa bianconera
Il “no” di Vlahovic all’Al Ahli frena l’intera operazione di rinnovamento offensivo della Juventus, mettendo a rischio gli affondi su obiettivi di lungo corso. Jonathan David, prima scelta per sostituire il serbo, resta in attesa di una chiamata che non può ancora arrivare. Lo stesso vale per altre piste come Kolo Muani o il ritorno di Alvaro Morata, soluzioni ipotizzate ma impraticabili senza prima risolvere il nodo ingaggi.
La rigidità del centravanti serbo ha effetti anche sullo spogliatoio e sull’atteggiamento dello staff tecnico: l’incertezza sul futuro del numero 9 ostacola la definizione del modulo tattico e delle rotazioni, creando un clima d’attesa che il nuovo ciclo sportivo bianconero non può permettersi. Il rischio è che i giorni passino senza che si riesca a finalizzare alcun colpo, perdendo terreno rispetto alla concorrenza.
Anche la Juventus, dal canto suo, riflette sull’opportunità di abbassare le pretese economiche in fase di cessione, pur di liberare spazio e costruire una rosa più funzionale. Il tempo stringe e la priorità resta quella di sbloccare almeno un’uscita strategica per ricalibrare l’intera campagna acquisti. Se non ci saranno svolte rapide, la sessione estiva rischia di trasformarsi in un boomerang per le ambizioni di rilancio bianconere.