Storica qualificazione dell’Iran ai Mondiali 2026, ma la partecipazione è minacciata dal conflitto con gli Stati Uniti: la situazione

L’Iran ha conquistato la qualificazione ai Mondiali 2026 per la settima volta nella sua storia, centrando il traguardo per la quarta edizione consecutiva. Il pass è arrivato il 25 marzo, grazie a un pareggio per 2-2 contro l’Uzbekistan allo stadio Azadi di Teheran, con una doppietta decisiva di Mehdi Taremi, attaccante dell’Inter. Un risultato storico che ha acceso l’entusiasmo dei tifosi iraniani, pronti a sostenere il “Team Melli” nella rassegna iridata che si disputerà tra Stati Uniti, Canada e Messico.

Tuttavia, le crescenti tensioni geopolitiche tra Iran e Stati Uniti rischiano di compromettere la partecipazione della nazionale asiatica, gettando un’ombra su un traguardo sportivo di grande valore. Negli ultimi mesi, gli attacchi aerei statunitensi su obiettivi iraniani hanno alimentato il timore di un’escalation militare, rendendo incerta la presenza dell’Iran in un torneo che si svolgerà in parte proprio negli USA.

La FIFA si trova ora davanti a un dilemma senza precedenti, dovendo bilanciare il principio di inclusività con le difficoltà logistiche e diplomatiche legate alla presenza iraniana. Anche in caso di partecipazione confermata, il rischio è che l’Iran debba disputare le proprie partite solo in Canada o Messico, per evitare problemi legati all’ingresso negli Stati Uniti.

Restrizioni sui visti e tifosi esclusi: l’ordine esecutivo di Trump complica i piani

Un ulteriore ostacolo alla partecipazione dell’Iran riguarda le restrizioni sui visti imposte da un ordine esecutivo firmato da Donald Trump il 20 gennaio 2025, che limita l’ingresso negli USA per i cittadini di diversi Paesi, tra cui proprio l’Iran. Secondo fonti come Newsweek e Middle East Monitor, queste misure potrebbero impedire l’accesso sia alla delegazione sportiva che ai tifosi iraniani, privando la squadra di un supporto fondamentale.

Il divieto di ingresso rischia di trasformarsi in un boicottaggio indiretto, costringendo la FIFA a valutare soluzioni alternative per garantire l’equità del torneo. La possibilità di disputare tutte le partite dell’Iran in territorio canadese o messicano è una delle ipotesi sul tavolo, ma resta da capire se sarà sufficiente a garantire la piena partecipazione del Team Melli.

Il caso iraniano solleva interrogativi più ampi sul rapporto tra sport e politica, e su come le tensioni internazionali possano influenzare eventi globali come i Mondiali. La FIFA dovrà trovare un equilibrio tra diplomazia, sicurezza e rispetto dei valori sportivi, in un contesto che si preannuncia delicato e potenzialmente esplosivo.

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