Davide Frattesi, il dinamico centrocampista dell'Inter e della Nazionale italiana, ha recentemente parlato del suo percorso professionale e del suo rapporto con l'allenatore della Nazionale Luciano Spalletti in un intervista a Vivo Azzurro TV.
Riflettendo sugli esordi, Frattesi ha condiviso un momento cruciale della sua carriera giovanile: “Nelle giovanili non ho preso bene il cambio di ruolo da attaccante a centrocampista. Ricordo che l'allenatore era Franceschini, e quando mi spostò per giocare da mezzala, volevo lasciare l'allenamento. Invece non finirò mai di ringraziarlo”.
Il 24enne attribuisce il suo successo a un'insaziabile spinta al miglioramento. “Penso che il mio segreto sia stato quello di rimanere sempre affamato”, ha spiegato. “Anche con un talento non immenso, con il lavoro e la voglia si può arrivare ovunque”.
La prospettiva di Frattesi nel rappresentare l'Italia si è evoluta nel tempo. “Da bambino vedevo la Nazionale come un sogno, qualcosa di eccezionale”, ha ricordato. “Oggi lo vivo cercando di donare gioie importanti a quei bambini che eravamo. Ultimamente non ci siamo riusciti, ma ora stiamo lavorando per riuscire a darglielo”.
Il centrocampista fa luce anche sul suo rapporto con il tecnico della Nazionale Luciano Spalletti: “Scherzando dico che con l'allenatore c'è un rapporto di amore-odio. La prima volta al ritiro mi disse: 'Ti stimo molto, ma sarai il giocatore a cui darò più fastidio'. Se un allenatore ti sta alle calcagna vuol dire che vuole farti migliorare e io con lui sono migliorato”.
Frattesi ha ricordato un recente momento clou della sua carriera: “I due gol segnati contro l'Ucraina sono stati i più importanti che ho segnato con la maglia azzurra, anche perché ero appena arrivato all'Inter e li ho segnati nel mio nuovo stadio, San Siro. “
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