Scene surreali in Brasile durante una finale amatoriale a Guarujá, nello stato di San Paolo, dove la polizia ha fatto irruzione in campo per arrestare l’arbitro Ederson Carlos da Silva, accusato di essere il responsabile della logistica di una rete di narcotraffico. L’episodio è avvenuto il 22 giugno 2025, quando diversi agenti con giubbotti antiproiettile hanno approfittato di una pausa di gioco per entrare sul terreno e bloccare il direttore di gara. Da Silva è stato ammanettato davanti a giocatori e spettatori increduli, e subito condotto in carcere.
L’arresto è il risultato di un’indagine legata al sequestro di 450 kg di cocaina avvenuto nel 2024, che ha portato all’identificazione di nuovi membri dell’organizzazione criminale. Secondo gli inquirenti, l’arbitro affittava immobili per lo stoccaggio della droga, svolgendo un ruolo chiave nella logistica del traffico. La polizia ha seguito i suoi movimenti attraverso i social network, scoprendo solo in un secondo momento che arbitrava partite dilettantistiche. Il blitz è stato pianificato proprio grazie ai post pubblicati da da Silva, che hanno permesso di localizzarlo con precisione.
Il video dell’arresto ha fatto il giro del web, mostrando il momento esatto in cui l’arbitro viene circondato dagli agenti e portato via tra lo stupore generale. Un episodio che ha scosso l’opinione pubblica brasiliana, sollevando interrogativi sulla sicurezza e sull’infiltrazione del crimine organizzato anche nei contesti sportivi più insospettabili.
⏭️ O árbitro Ederson Carlos da Silva, de 38 anos, foi preso no sábado (22) durante uma partida de futebol de várzea no Guarujá (SP). Procurado por tráfico de drogas, ele tinha mandado de prisão preventiva. A abordagem foi gravada e viralizou nas redes sociais.
— AM POST (@portalampost) June 24, 2025
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Indagini, social e narcotraffico: il doppio volto dell’arbitro Ederson da Silva
Ederson da Silva, oltre a essere arbitro dilettante, era il principale obiettivo di un’indagine della Polizia Civile di San Paolo, che lo ritiene coinvolto nella gestione logistica di una potente rete di narcotrafficanti. Il suo ruolo consisteva nell’affittare abitazioni per conto dell’organizzazione, utilizzate come depositi temporanei per la droga prima della distribuzione. L’operazione investigativa è durata settimane, culminando con l’ordine di custodia cautelare eseguito in modo spettacolare durante la partita.
Gli investigatori hanno ammesso di non sapere che da Silva fosse anche un arbitro, e di averlo scoperto solo monitorando i suoi profili social. Le sue pubblicazioni, che documentavano le sue attività sportive, sono state decisive per localizzarlo, dimostrando come i social media possano diventare strumenti cruciali nelle indagini. Il caso ha evidenziato l’efficacia delle tecniche di sorveglianza digitale, ma anche la sorprendente doppia vita condotta da da Silva.
Il blitz ha avuto un forte impatto mediatico, con numerosi video amatoriali che hanno immortalato il momento dell’arresto. La scena dell’arbitro ammanettato in campo ha suscitato reazioni contrastanti, tra chi applaude l’efficienza della polizia e chi si interroga su come un ricercato potesse continuare a operare liberamente in ambito sportivo. L’inchiesta prosegue per individuare altri complici e chiarire l’intera rete criminale, mentre il calcio amatoriale brasiliano si interroga sulla necessità di controlli più rigorosi.