Scudetto, c’è solo l’Inter: solo la Lotta Champions rende vivo il campionato

Foto: profilo Twitter Inter

Era solo questione di tempo, ma adesso i tifosi interisti possono gridarlo a gran voce: Campioni d’Italia. Finisce dopo nove anni di dominio la striscia vincente della Juventus, spezzata proprio da colui che l’aveva cominciata: Antonio Conte. “Questa vittoria nasce da quando è entrato con il suo staff ad Appiano Gentile.” Sono d’accordo con le parole del vicepresidente nerazzurro, Javier Zanetti: d’altronde, se scegli Conte puoi star certo che la squadra sarà competitiva per vincere ed è questo che ha portato l’Inter a puntare sull’ex tecnico bianconero per sostituire Luciano Spalletti. Il diciannovesimo scudetto dell’Inter è l’ennesimo capolavoro di Antonio Conte, un tecnico capace di plasmare le sue squadre a sua immagine e somiglianza, ricercando la vittoria ad ogni costo: può essere antipatico a livello comunicativo, potrà non piacere il suo modo di giocare, ma vincere è qualcosa che non tutti sono in grado di fare e questo Antonio Conte sa farlo molto bene.

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Partita come favorita per la vittoria finale, l’Inter non ha iniziato come tutti ci aspettavamo, anzi, sembrava una squadra incapace di fare i conti con sé stessa e spaventata dall’obbligo di vincere. Due sono stati i momenti fondamentali della stagione: l’eliminazione dalla Champions League e l’inserimento in pianta stabile di Eriksen e Perisic. L’uscita dall’Europa ha fatto capire all’Inter che non basta essere forti, ma bisogna avere la voglia di lottare in ogni partita, anche quando l’avversario risulta essere meno pericoloso sulla carta. La bravura di Antonio Conte è stata quella di concentrare tutta la sua attenzione nella gestione della squadra e lavorare sui singoli: da qui l’inserimento di Eriksen e Perisic, inizialmente snobbati dal tecnico e poi diventati il valore aggiunto della rosa interista, la crescita sempre più evidente di giovani come Hakimi e Barella, i gol a raffica della Lu-La e una difesa impenetrabile.

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