In una lunga intervista a The Player Tribune, il capitano della Roma Lorenzo Pellegrini ha raccontato aneddoti e vicissitudini vissute durante la sua carriera fino qui. Particolarmente toccante è la parte il cui il centrocampista parla dell’aritmia cardiaca diagnosticatagli a 16 anni che lo costretto lontano dal rettangolo verde:
“Quando avevo 16 anni hanno scoperto che nel mio cuore c’era qualcosa che non andava. Mi bastava salire una rampa di scale per aver subito il fiatone. Troppi battiti irregolari, quindi dopo delle analisi mi dissero che avevo una aritmia cardiaca. Io non capivo quelle parole e quindi chiesi se fosse grave. Quando mi dissero che avrei dovuto smettere di giocare per circa 8 mesi e che dopo avremmo valutato stava per crollarmi il mondo addosso. Quindi niente corsa, niente allenamenti, niente calcio. Niente Roma. Sono sempre stato una persona ottimista, ma quel momento è stato davvero complicato. Non potevo fare niente, tranne una cosa: ascoltare il mio cuore. Ogni sera cercavo di capire la frequenza dei miei battiti irregolari. Mi sedevo sul letto aspettando il silenzio assoluto, chiudevo gli occhi e contavo i battiti. Quando il dottore mi disse che ero guarito, ero motivatissimo: volevo correre per sempre, lanciarmi in contrasti e fare scivolate. Forse avrei potuto invadere una nazione intera da solo. Quindi cosa succede alla prima partita? Mi rompo il quinto metatarso. Sei settimane di stop. Ma sono riuscito a superare anche quel periodo, ho dato tutto me stesso per farlo, per questo dico che la Roma non sarà mai un trampolino di lancio per la mia carriera, la Roma è il punto di arrivo per cui ho dato tutto”.
Il giocatore della Nazionale italiana ha poi continuato ricordando il suo periodo di crescita a Sassuolo dove si è definitivamente affermato nel massimo campionato italiano prima di fare ritorno nella capitale: “Dopodiché lasciai la Roma per un po’ per crescere come giocatore. Nel 2015, quando avevo 19 anni, sono andato in prestito al Sassuolo per due anni. Era la prima volta che andavo via di casa e quando sono tornato, non ero solamente molto più maturo, ma era come se sentissi la responsabilità di essere all’altezza della Roma. La società, la città, la storia… ti chiedono tanto. La tua vita ruota intorno a questo. Hai bisogno di una certa condotta e devi avere gli atteggiamenti giusti. Se non ce li hai — ciao.”
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