Rifiuto di Acerbi alla Nazionale, Costacurta lo sotterra: “I compagni avevano bisogno di lui”

Foto: profilo Twitter Francesco Acerbi

Alessandro Costacurta critica duramente Francesco Acerbi per il suo rifiuto alla convocazione in Nazionale, evidenziando un gesto considerato egoista e irrispettoso verso i compagni. Il difensore dell’Inter ha rinunciato a rispondere alla chiamata di Luciano Spalletti per gli impegni ufficiali dell’Italia, scelta che ha suscitato l’indignazione dell’ex leggenda del Milan: “I compagni avevano bisogno di lui, e lui che fa? Dice no per orgoglio?”. Costacurta ha rilasciato queste dichiarazioni durante un’intervista a Il Giornale, ribadendo quanto la maglia azzurra rappresenti un simbolo sacro nella sua esperienza calcistica.

Il Mondiale per Club negli Stati Uniti ha assorbito totalmente l’attenzione di Acerbi, il quale ha preferito restare con l’Inter anziché rispondere alla Nazionale. Secondo Costacurta, si tratta di una scelta incomprensibile, figlia dei tempi moderni, dove l’attaccamento alla maglia sembra meno sentito rispetto a un tempo. “Noi tremavamo prima delle convocazioni, era un onore. Oggi invece prevale l’individualismo”, ha affermato l’ex difensore, facendo emergere un evidente senso di delusione.

La polemica non si ferma al solo gesto di Acerbi, ma si estende a una riflessione più ampia sul cambiamento culturale all’interno del calcio. Per Costacurta, il senso di appartenenza e il rispetto per il gruppo sono valori che si stanno perdendo, sostituiti da logiche individuali e scelte di comodo. Il caso Acerbi diventa così il simbolo di un calcio in trasformazione, dove anche la Nazionale può passare in secondo piano rispetto agli impegni con il club.

Un calcio che cambia: tra comfort zone e rimpianti personali

Billy Costacurta ha sottolineato come la lealtà e il senso di squadra siano sempre stati centrali nella sua carriera, raccontando con rammarico un episodio personale: a 35 anni rifiutò un’offerta dalla MLS per restare nella sua comfort zone a Milano. “Tutti mi dicevano bravo, ma la verità è che forse ho perso un’occasione importante. Sarei diventato una persona diversa, forse migliore”, ha ammesso con sincerità.

Questo confronto diretto tra due generazioni rappresenta il cuore della polemica. Da una parte, chi ha costruito la carriera sulla base del sacrificio e del senso di appartenenza; dall’altra, calciatori come Acerbi che, secondo Costacurta, preferiscono gestire il proprio percorso secondo priorità personali. La critica diventa quindi un manifesto nostalgico verso un calcio più romantico e meno filtrato dagli interessi.

Anche Spalletti, dopo la sconfitta contro la Norvegia, ha fatto trapelare il disappunto per l’assenza del centrale nerazzurro, benché senza attaccarlo direttamente. Le parole di Costacurta, invece, suonano come una condanna senza appello. L’ex milanista, oggi opinionista Sky, vede nel comportamento di Acerbi un atto simbolico del calcio moderno: “Un tempo si soffriva per una mancata convocazione, oggi si sceglie di non andare”. Una frase che racchiude in sé tutta la distanza emotiva tra generazioni.

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