La FIGC ha ufficializzato l’esclusione del Brescia Calcio da tutte le competizioni professionistiche per la stagione 2025/2026, ponendo fine a una delle storie più longeve del calcio italiano. La decisione è arrivata dopo l’esito delle verifiche Covisoc, che hanno riscontrato gravi inadempienze economiche e amministrative, confermate nel comunicato federale. Il club, controllato da Massimo Cellino, non ha rispettato i criteri fondamentali per l’ottenimento della licenza nazionale, portando all’estromissione definitiva.
Tra le violazioni più significative figurano: il mancato pagamento del debito da 1,1 milioni verso la Lega B, l’omesso versamento degli stipendi netti di marzo e aprile 2025 a tesserati, dirigenti e medici, e la mancata copertura previdenziale INPS e delle ritenute IRPEF relative a diverse mensilità tra il 2024 e il 2025. Anche gli incentivi all’esodo non sono stati corrisposti e l’uso sospetto di crediti d’imposta è sotto accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, aggravando la posizione del club.
Inoltre, le dichiarazioni di pagamento di tributi come IRES, IRAP e IVA tra il 2018 e il 2023 sono state depositate solo il 24 giugno 2025, ben oltre le scadenze previste. Il Brescia, dunque, non ha presentato nei tempi richiesti la documentazione necessaria per attestare la propria regolarità fiscale, compromettendo l’iscrizione al campionato e la credibilità del progetto societario.
Brescia fuori dai professionisti: cronaca di un fallimento gestionale e finanziario
Il tracollo del Brescia Calcio è frutto di una gestione fallimentare che ha compromesso irreversibilmente la stabilità del club, passato in pochi anni dalla promozione in Serie A alla scomparsa dai campionati professionistici. Sotto la guida di Massimo Cellino, il club ha accumulato debiti non onorati verso la Lega B, collaboratori e tesserati, con gravi ritardi nei versamenti previdenziali e fiscali.
La Covisoc ha rilevato la mancata regolarizzazione di pagamenti essenziali entro le scadenze federali, come il saldo degli stipendi di marzo-aprile 2025, i contributi INPS, le ritenute IRPEF e gli incentivi all’esodo. Alcuni di questi versamenti risultano oggetto di verifiche per presunto utilizzo indebito di crediti d’imposta, rendendo ancora più critica la situazione. Nonostante il deposito tardivo delle dichiarazioni fiscali il 24 giugno, la documentazione non è stata sufficiente a salvare il titolo sportivo.
Il club è stato cancellato dal professionismo, lasciando tifosi, città e dipendenti senza una prospettiva concreta, mentre la Feralpisalò potrebbe rilevare temporaneamente il titolo sportivo indossando i colori del Brescia. La FIGC ha confermato che il Brescia non potrà partecipare alla Serie C né ad alcuna competizione ufficiale nella stagione 2025/26, sancendo la fine di un’era lunga 114 anni.