Il Lione è stato retrocesso in Ligue 2 per non aver rispettato i parametri economici imposti dalla DNCG, l’organo di controllo finanziario del calcio francese. Il club francese aveva accumulato un debito di 505,1 milioni di euro, e nonostante la cessione del 45% del Crystal Palace e del talento Rayan Cherki al Manchester City per 42,5 milioni, non è riuscito a fornire le garanzie richieste. La DNCG ha quindi applicato una retrocessione amministrativa, dimostrando la rigidità del sistema francese, che punisce anche i club sportivamente salvi se non rispettano i criteri di sostenibilità.
Il presidente John Textor aveva dichiarato che la situazione era sotto controllo, ma le autorità non hanno ritenuto sufficienti le manovre effettuate. Il Lione ha ricevuto un preavviso già durante l’inverno, ma non è riuscito a evitare la sanzione. La retrocessione ha scosso il calcio europeo, sollevando interrogativi sulla gestione finanziaria dei club e sulle differenze tra i vari sistemi nazionali.
In Francia, la normativa impone vincoli patrimoniali e di equilibrio di bilancio, e non basta dimostrare la capacità di ripagare i debiti: serve una struttura finanziaria solida e sostenibile. Il caso Lione è emblematico di un sistema che non fa sconti, anche a club storici con un forte seguito.
L’Inter salva grazie a Oaktree: debiti coperti e continuità aziendale garantita
L’Inter, pur avendo un indebitamento lordo di 734,8 milioni di euro al 30 giugno 2024, ha evitato sanzioni grazie a una gestione finanziaria più strutturata, che ha permesso al club di dimostrare la sostenibilità del proprio debito. Il passaggio cruciale è stato il pegno delle quote da parte di Steven Zhang nel 2021, che ha permesso di ottenere un prestito da 275 milioni da Oaktree Capital Management, con l’impegno di restituirlo in tre anni con interessi al 12%.
Non riuscendo a rimborsare il prestito, Oaktree è diventato proprietario del club, ma ha subito avviato un piano di stabilizzazione finanziaria. Tra le mosse decisive c’è stato il rifinanziamento del bond da 412 milioni con uno nuovo da 350 milioni, a tasso più vantaggioso e con scadenza al 2030. Questa operazione ha migliorato la liquidità e ridotto la pressione finanziaria, permettendo all’Inter di rispettare i parametri richiesti dalla FIGC e dalla Covisoc.
In Italia, a differenza della Francia, non esistono vincoli patrimoniali rigidi, e un club può iscriversi al campionato anche con debiti elevati, purché dimostri di poterli sostenere. L’Inter ha sempre regolarizzato i pagamenti nei tempi previsti, evitando sanzioni e mantenendo la propria posizione in Serie A.
La differenza tra i due casi risiede nella normativa nazionale e nella capacità di garantire continuità aziendale, nonostante i conti in rosso. Il modello Inter ha funzionato grazie a una gestione finanziaria più flessibile e a un partner solido come Oaktree, che ha trasformato il debito in un’opportunità di rilancio.