Padovan attacca: “Milan, che utilità ha Ibra nello spogliatoio? Il suo personaggio patetico e strafottente si sta smagnetizzando…”

L’importanza e la presenza di un campione del livello di Zlatan Ibrahimovic è stato prezioso in casa Milan per compattare un gruppo che nell’ultimo biennio ha fatto tanto bene. L’ultima stagione è culminata con la vittoria del 19esimo scudetto della storia rossonera. La leadership, il carisma e la grande personalità del centravanti svedese sono stati d’aiuto anche per i più giovani calciatori della rosa del Milan. In vista della prossima stagione, che Ibra giocherà ancora con la maglia del Milan da 41enne (compirà gli anni il prossimo 3 ottobre), l’incognita è riservata alle problematiche fisiche dello svedese. Quanto potrà incidere in campo, oltre che nello spogliatoio?

Foto: profilo Twitter Milan
IBRA-MILAN, PADOVAN AL VELENO

Il giornalista sportivo, Giancarlo Padovan, non ha certo speso parole d’elogio per il carismatico Zlatan Ibrahimovic. Anzi, a calciomercato.com, le sue dichiarazioni sono state piuttosto spigolose e critiche nei confronti dell’attaccante svedese:

“C’è da chiedersi quale sia l’utilità di ritrovarsi Ibrahimovic nello spogliatoio quando i titolari saranno Origi e Giroud. Dice il veterano di cento battaglie: porta esperienza, aiuta i più giovani. Premesso che Ibrahimovicè un bell’impiccio, perché, ammesso e non concesso che torni in piena efficienza, si metterà certo in concorrenza con gli altri due, personalmente non credo allo svedese come faro e guida per i compagni. Uno, perché la guida c’è già e si chiama Stefano Pioli. Due, perché se c’è uno che in campo (ma anche fuori) se la prende con i compagni per un passaggio sbagliato, questo è proprio Ibrahimovic. E non mi pare che finora abbia contribuito né alla serenità, né al buonumore dei ragazzi. Mi meraviglio dello stesso Ibrahimovic. Il tentativo di prolungarela carriera oltre le colonne d’Ercole di un tempo esaurito è qualcosa di eroico e patetico insieme. Il calciatore, con candida onestà, ha spiegato di aver paura del dopo e, quindi, di spostare l’asticella sempre più in là. Al contrario, sono convinto che Ibrahimovic dovesse partire proprio da questa paura per capire che il suo personaggiostrafottente si sta smagnetizzando e che la vita, prima che il tempo, lo chiamava da un’altra parte. Non necessariamente fuori dal calcio, ma di certo fuori dal campo”.

 

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