Euro 2020, la top 11 di MCN: Italia senza eguali, brilla la stellina di Pedri. Attacco made in Serie A

Foto: profilo Twitter EURO 2020

La redazione di Mondocalcionews ha stilato la sua top 11 per Euro 2020; inevitabile la folta presenza di giocatori Azzurri, ma non solo. In generale spicca tantissima Serie A, mentre a centrocampo è nata la stella di Pedri.

Mentre le immagini del trionfo Azzurro sotto il cielo di Wembley continuano ad essere vive nella mente di tutti, è arrivato il tempo dei bilanci di Euro 2020. La nostra redazione, nella fattispecie, vuole proporre le sue scelte tra chi ha fatto meglio e chi ha fatto peggio in questo torneo, grazie alla top 11 e alla flop 11. Si comincia, ovviamente, dai migliori della competizione. Un 11 ideale composto da tanti italiani, ma in generale da tanta Serie A, con le dovute eccezioni. Questa la “nostra” formazione.

PORTIERE

Gianluigi Donnarumma: il migliore in Europa nel suo ruolo. Un Europeo da protagonista assoluto, soprattutto nella fase a eliminazione diretta. I rigori parati contro la Spagna e l’Inghilterra, ma in generale la sua incisività sul risultato finale di questa manifestazione, oltre a renderlo il miglior giocatore del torneo, l’hanno portato ad acquisire una dimensione ormai internazionale. Il tutto in mezzo alla “tempesta” che, nel frattempo, lo portava lontano dal Milan, direzione Parigi. Numero Uno.

 

DIFENSORI

Kyle Walker: infaticabile, più resistente di una Duracell. Il terzino inglese non ha tradito le attese, risultando uno dei protagonisti della cavalcata inglese fino alla finale. Che sia come esterno basso o come terzo centrale di destra nella difesa a tre, il suo rendimento non cambia. A dimostrazione di come ormai abbia raggiunto una maturità tale da renderlo imprescindibile per qualsiasi allenatore. Tuttofare.

Harry Maguire: finalmente Harry. Il fardello dell’essere il difensore più pagato della storia del calcio, probabilmente, fino ad ora ne aveva condizionato le prestazioni al Manchester United, mai continue come invece sono state in quest’ultimo mese. Padrone incontrastato della retroguardia dei Tre Leoni, insieme a Stones ha formato un vero e proprio muro, come dimostrano i soli due gol subiti in tutto l’Europeo. Leader.

Giorgio Chiellini: Re Giorgio, sovrano e condottiero azzurro verso la gloria. Il capitano dell’Italia, a 37 anni suonati, ha offerto ancora una volta delle lezioni sull’arte del saper difendere. Nessuno è riuscito a superarlo, neanche Romelu Lukaku Harry Kane. La premiata ditta con Leonardo Bonucci si è confermata la migliore in Europa, se non al mondo. Film già visto, ma con un finale diverso: questa volta è arrivata la coppa. Capitano.

Leonardo Spinazzola: il padrone della fascia sinistra. Nessuno poteva immaginare un simile Europeo di Leonardo, che già durante la stagione con la Roma aveva dato prova di essere cresciuto in maniera esponenziale. Ma ad Euro 2020 è andato anche oltre, innalzando il livello delle sue prestazioni in modo clamoroso. Impossibile da fermare sull’out sinistro, Spina ha fatto tabula rasa di chiunque gli si parava davanti. Soltanto la sfortuna poteva fermarlo. E così, purtroppo, è stato. Ma nel momento in cui tornerà dall’infortunio al tendine d’Achille, siamo certi saprà riconfermarsi su questi livelli. Treno.

 

CENTROCAMPISTI

Mikkel Damsgaard: la freccia danese. Abbiamo imparato a conoscere e apprezzare le gesta del giovane scandinavo già con la maglia della Sampdoria, in una stagione in cui ha dimostrato di non aver patito l’impatto con il nostro campionato. Anzi, tutt’altro. E lo stesso è avvenuto agli Europei: sempre pericoloso, abile a inserirsi, bravo nella gestione del pallone e con un piede micidiale. Chiedere a Jordan Pickford per conferma. Sarà sicuramente uno dei protagonisti del mercato. Per la gioia di Massimo FerreroSorpresa.

Jorginho: l’uomo di ghiaccio, dalla Champions League all’Europeo. Le parole per descrivere la sua crescita possono risultare anche riduttive, e crediamo possa bastare davvero osservare l’esecuzione del rigore contro la Spagna che ha portato l’Italia in finale. Freddo, spietato nella lucidità con cui tratta il pallone. Che sia in movimento o da fermo. Un finale in leggero calo, comunque, non può bastare a cancellare un Europeo da padrone del centrocampo. E, ancor di più, una stagione da assoluto protagonista. E chissà che addirittura non possa essere coronata con quel Pallone d’Oro che in Italia manca proprio da 15 anni… Glaciale.

Pedri: il futuro del calcio mondiale. Sembra strano anche solo pensare che questo ragazzo abbia solo 18 anni. Perché a vederlo in campo, ne dimostra almeno il doppio. Personalità da vendere, intelligenza tattica smisurata, qualità e tecnica sopraffina. In Spagna, e nella fattispecie a Barcellona, se ne intendono di centrocampisti straordinari. E la sensazione è che anche questa volta ci abbiano visto decisamente lungo. Predestinato.

 

ATTACCANTI

Federico Chiesa: la Chiesa al centro del villaggio. Nessuno, probabilmente, avrebbe scommesso su di lui dopo le tre partite della fase a gironi passate a guardare i compagni dalla panchina. Questo nonostante una stagione da urlo, ma che in quel momento non bastava per fargli scalare le gerarchie nelle scelte di Roberto Mancini. Però si sa, ai campioni basta un attimo per cambiare tutto: dal suo ingresso in campo con l’Austria fino al trionfo in finale lui non è più uscito dal campo. Incontenibile, sia in zona gol che per altre parti del campo. Una furia impossibile da fermare, rivelatasi la nostra arma in più vincente. C-Train.

Patrick Schick: rinato. Proprio quando meno te lo aspetti, l’ex giallorosso si ricorda di quel talento cristallino che possiede, ma che poche volte ha davvero fatto vedere. I suoi cinque gol hanno trascinato la Repubblica Ceca fino ai quarti di finale. E mai con realizzazioni banali: il suo tiro da centrocampo finito in rete contro la Scozia lo ricorderemo davvero a lungo. Ora non resta che sperare che lui si ricordi sempre di essere un potenziale fenomeno. Ritrovato.

Cristiano Ronaldo: capocannoniere. Come se fosse una novità, del resto. Euro 2020 è servito a CR7 per aggiornare ulteriormente i suoi numeri fantascientifici: record di gol con la maglia della Nazionale portoghese; record di gol nella fase finale degli Europei; unico giocatore ad aver segnato tre gol in più edizioni del Campionato Europeo (2012, 2016, 2020); record di fasi finali con almeno un gol segnato (5). Capirete anche voi, dunque, che il titolo di capocannoniere di quest’Europeo sia davvero un “semplice” contorno. Eterno.

 

ALLENATORE

Roberto Mancini: l’artefice del Rinascimento Azzurro. Il protagonista di una cavalcata memorabile, in cui ha battuto ogni record possibile e immaginabile. 34 partite senza sconfitta, qualcosa di clamoroso anche solo a pensarlo. Un gioco forse mai visto nella storia della nostra Nazionale, volto a dominare l’avversario con il possesso. Già, sembra quasi un ossimoro per chi, tradizionalmente, ha fatto del catenaccio un vero e proprio mantra. Questa vittoria è anche la sua rivincita verso quella sfortuna che caratterizzò la sua carriera da giocatore in Azzurro. Una vittoria che sa di rivincita anche per tutto il popolo italiano. L’artefice delle Notti Magiche.

Da TMW – le parole di Sergio Ramos verso Chiellini e Bonucci.

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