MCN – Carlos Humberto Paredes e il suo amore per la Reggina: “Indimenticabile la passione dei tifosi, erano sempre con te. Sogno di tornare al Granillo da allenatore!”

Foto: profilo Instagram Carlos Humberto Paredes

In un’intervista esclusiva, l’ex centrocampista paraguayano di Porto e Reggina ha parlato del suo passato da calciatore, soffermandosi sull’esperienza in Calabria, esprimendo anche un sogno per la sua carriera da allenatore.

Nel mondo del calcio di oggi, sembra esserci sempre meno spazio per i lati più romantici e quei veri e propri “rapporti d’amore” che caratterizzavano il football di un tempo. Tuttavia, c’è una storia che merita di essere raccontata, e parla di un vero e proprio legame d’amore tra un giocatore e la città in cui ha giocato. E’ il caso di Carlos Humberto Paredes, ex centrocampista paraguayano che ha militato nel nostro campionato con la maglia della Reggina dal 2002 al 2006, nonché ex giocatore del Porto di Josè Mourinho. Una storia che parte da lontano, dai primi calci al pallone con la maglia dell’Olimpia, club che ha permesso a Carlos di farsi conoscere e notare dalle grandi squadre, prima di approdare in Portogallo. Tra riflessioni sul mondo del calcio, programmi attuali e ricordi del passato, il racconto di questa storia, però, non può che iniziare da un pensiero per la pandemia attualmente in corso.

Come ha vissuto finora questa pandemia? “In generale bene, perché grazie a Dio nessuno nella mia famiglia l’ha preso, ma sono anche molto triste per tutto ciò che sta accadendo nel mondo intero, specialmente nel mio Paese”.

Dopo una brillante carriera da giocatore, da qualche tempo ha deciso di sedersi in panchina: che squadra allena attualmente? “L’ultima squadra che ho allenato è stata lo Sportivo Luqueño della Serie A qui in Paraguay, fino a dicembre dell’anno scorso”.

Quali sono le ambizioni per il suo percorso da allenatore? “L’ambizione più importante, che penso tutti i colleghi vogliano raggiungere, è quella di diventare allenatore della Nazionale, nel mio caso del Paraguay. Certo, prima dovremo fare un percorso che penso sia necessario per raccogliere tutta l’esperienza possibile, meglio ancora se all’estero. E in questo percorso mi piacerebbe tantissimo diventare allenatore della Reggina, per tutto ciò che significa per me”.

Che differenze ha potuto notare tra l’essere giocatore e l’essere allenatore? “Ci sono molte differenze… Una in particolare di cui mi sono accorto è che non tutti gli ex calciatori possono diventare allenatori. Ho conosciuto tanti che hanno avuto una carriera eccellente da calciatori, ma poi non hanno potuto o non hanno saputo trasmettere la loro conoscenza da allenatori. Un’altra cosa molto differente è che un calciatore avrà sempre almeno un anno di contratto, indipendentemente dal fatto che giochi o meno: invece noi allenatori, se non vinciamo tre partite di seguito, potremmo andare a casa in meno di un mese (ride, ndr)”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *