Kylian Mbappé ha denunciato il Paris Saint-Germain e il presidente Nasser Al-Khelaifi per tentato ricatto e danni morali, in relazione al tormentato rinnovo contrattuale dell’estate 2023. Il fuoriclasse francese, oggi al Real Madrid, sostiene di essere stato vittima di pressioni psicologiche e isolamento forzato, una strategia che avrebbe avuto lo scopo di costringerlo a firmare un nuovo accordo. La denuncia, depositata il 16 maggio, ha portato all’apertura di un’indagine da parte di due giudici istruttori, incaricati di verificare la fondatezza delle accuse.
Nel mirino c’è la pratica del “loft”, un metodo utilizzato dal PSG per escludere determinati giocatori dalla rosa principale, relegandoli ad allenamenti separati. Mbappé sostiene di essere stato isolato intenzionalmente per danneggiarne l’immagine e spingerlo a lasciare il club, una tecnica già denunciata da altri calciatori, tra cui l’ex centrocampista Adrien Rabiot. Il sindacato dei calciatori professionisti aveva già presentato una denuncia nel gennaio 2024, accusando diversi club di utilizzare il “loft” per manipolare il mercato dei trasferimenti.
Il caso Mbappé ha riacceso il dibattito sull’abuso di potere da parte dei club nei confronti dei propri tesserati, e potrebbe avere ripercussioni legali e sportive di vasta portata. Il calciatore ha chiesto un risarcimento milionario, ma al momento non sono stati resi noti i dettagli economici della richiesta.
Una strategia controversa: il “loft” sotto accusa anche in altri casi giudiziari
La denuncia di Mbappé non è un caso isolato: la pratica del “loft” è già finita sotto la lente della giustizia francese, con diverse inchieste aperte per verificare la legalità di questo metodo. Secondo l’accusa, il PSG avrebbe utilizzato l’isolamento come strumento di pressione contrattuale, danneggiando volontariamente la reputazione e la condizione fisica dei giocatori coinvolti. Anche la calciatrice Kheira Hamraoui ha denunciato il club per un trattamento simile, rafforzando l’ipotesi di un comportamento sistematico.
Il tribunale di Parigi sta valutando se il comportamento del PSG possa configurarsi come estorsione o abuso di potere, reati che, se confermati, potrebbero portare a sanzioni penali e risarcimenti milionari. La posizione di Al-Khelaifi è particolarmente delicata, in quanto figura centrale nella gestione del club e già coinvolto in altre controversie legali.
Mbappé, nel frattempo, ha voltato pagina trasferendosi al Real Madrid a parametro zero, ma ha deciso di portare avanti la battaglia legale per tutelare la propria dignità professionale. Il caso potrebbe diventare un precedente importante nella regolamentazione dei rapporti tra club e calciatori, soprattutto in un contesto in cui il potere contrattuale delle società è spesso dominante.