La Juve vuole individuare i responsabili della coreografia “Juve M*rda”: chiesti provvedimenti alla Questura di Firenze

La recente sfida tra Fiorentina e Juventus, valida per la 29ª giornata di Serie A, ha sollevato polemiche non solo per l’esito sportivo, ma soprattutto per quanto accaduto sugli spalti. La Juventus ha deciso di rivolgersi alla FIGC e alla Lega Serie A per denunciare una coreografia giudicata offensiva, esposta dai tifosi viola prima del calcio d’inizio allo stadio Artemio Franchi.

Una Scritta Polemica che Divide

L’episodio al centro della vicenda riguarda una coreografia che riportava una scritta esplicita e denigratoria nei confronti del club bianconero. La frase “Juve Merd…” è stata esposta con evidenza, attirando immediatamente attenzione e creando un dibattito acceso. La Juventus, attraverso i propri dirigenti, ha manifestato il proprio dissenso, ritenendo che comportamenti simili siano inaccettabili negli stadi italiani.

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La Richiesta di Intervento alle Autorità

La società bianconera non si è limitata a esprimere disappunto, ma ha intrapreso passi formali per ottenere chiarimenti. La Juventus ha chiesto alla FIGC e alla Lega Serie A un intervento deciso, coinvolgendo anche la Questura di Firenze per identificare i responsabili diretti dell’organizzazione della coreografia. L’obiettivo è quello di evitare che episodi simili si ripetano in futuro e che gli stadi italiani diventino “terre di nessuno”.

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La Lega Serie A, stando alle dichiarazioni informali, avrebbe già espresso solidarietà alla Juventus, ma il club attende ora un pronunciamento ufficiale da parte del Giudice Sportivo.

Un Tema Ricorrente negli Stadi

Questo episodio non è un caso isolato. Negli ultimi anni, cori e coreografie offensive sono stati spesso protagonisti in molte rivalità calcistiche. Tuttavia, come sottolineato dalla Juventus, è necessario mantenere il rispetto reciproco per promuovere un ambiente sportivo sano. Situazioni simili si sono già verificate, come nel famoso derby di Milano, ma non sempre hanno generato lo stesso clamore.

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