Keinan Davis: 'A Udine mi sento a casa. Il calcio europeo? E' realizzabile'

Ha parlato l'attaccante dell'Udinese Keinan La Gazzetta dello Sport del suo trasferimento da Stevenage nella città friulana. Il 26enne inglese, approdato in Serie A la scorsa estate, ha raccontato le sue prime esperienze con il club e le differenze tra la sua città natale e Udine.

“Sono posti molto simili e tranquilli”, riflette Davis. “L’Udine mi permette di restare concentrato. Vivo in centro città e vado matto per gli spaghetti ai gamberetti. Adoro Stevenage. Sono nato lì, i miei genitori sono lì, mia nonna materna è giamaicana, ho una sorella maggiore e un fratello minore che gioca a calcio, ma a livello amatoriale. La mia compagna è di Stevenage e mia figlia Sehreya, che ha un anno, è nata lì. Sono andato al college, ho studiato economia, ma nella mia testa ho sempre avuto solo il calcio. Sono cresciuto giocando”.

A maggio Davis salvò l'Udinese con quel gol decisivo contro il Frosinone. Quando gli viene chiesto se quella sera avrà festeggiato con una birra, ridacchia: «Non mi sono ubriacato, non bevo. Ma è stato bellissimo, una sensazione eccezionale. Tutti mi hanno festeggiato e sul portone di casa, in centro a Udine, ho trovato di tutto: foto, appunti, messaggi di ringraziamento. Ho sentito l'amore dei fan. Non so se sia stato il più bello, ma sicuramente è il gol più importante della mia carriera. Una sensazione bellissima e ringrazio sempre Lucca che mi ha dato l'assist”.

Oggi al centro dell'attacco si alternano Davis e Lorenzo Lucca. Davis ha giocato finora 209 minuti in questa stagione, mentre Lucca, quasi sempre titolare, ha 462 minuti al suo attivo. Ma sabato scorso hanno giocato insieme portando l'Udinese alla vittoria.

“Mi piace giocare con lui, è forte nel gioco aereo”, dice Davis. “Lui lancia la palla, io attacco lo spazio dietro.”

Quando gli viene chiesto del suo compagno di squadra Florian Thauvin, Davis è pieno di elogi: “È il capitano. È creativo, ha una qualità tecnica impressionante e mette gli attaccanti nella condizione di segnare”.

Il discorso si sposta sull'imminente arrivo di Alexis Sanchez. Gli occhi di Davis si illuminano: “Un top player. Ha giocato nell'Arsenal, la squadra che ho sempre tifato. Gli parlo; per me è un onore condividere lo spogliatoio con lui”.

Nonostante la sua fedeltà all'Arsenal, Davis è cresciuto nel sistema dell'Aston Villa. Riflette su questo periodo della sua carriera con gratitudine: “Sono arrivato tardi, ma è un grande club, li ringrazierò sempre. Con loro ho ottenuto il mio primo contratto, ho esordito in Premier League, ho giocato 10 minuti contro il Bournemouth. Sono in contatto con Konsa, Ramsey, Hause. Ma tifo l’Arsenal, lo guardo in TV”.

La svolta di Davis è arrivata al Watford, dove ha segnato 7 gol in campionato. “Sarò sempre grato a Gino Pozzo che ha creduto in me”, dice. “Non è stata una grande stagione per il club, ma per me lo è stata, anche se avrei potuto fare di più. Pozzo mi ha dato questa grande opportunità con l'Udinese”.

Trasferirsi in Italia non è stata una decisione facile per l'inglese. “All’inizio avevo paura di lasciare l’Inghilterra. Un vero inglese ha paura. Ma forse è lo stesso per te se devi lasciare l'Italia”, riflette. “La Premier League è un campionato molto competitivo, forse il migliore al mondo per livello di giocatori. Ma non mi manca così tanto, non ho giocato molto lì. La Serie A è un campionato eccezionale e mi sono adattato”.

Davis ha pagato un caro prezzo con gli infortuni: prima al polpaccio, poi al flessore. “Il primo anno è stato mentalmente difficile. Molti mesi fuori. Adesso sto bene, davvero”, assicura.

Il discorso si sposta sul cambio di allenatore, da Fabio Cannavaro a Oliver Runjaic. “Cannavaro era un buon allenatore, era bravo quando era con noi”, dice Davis. “Runjaic è molto organizzato, propone un calcio offensivo, dà un messaggio chiaro e inequivocabile, chiede aggressività. Lo spogliatoio, che è un bene, lo segue. E parla inglese, il che per noi è importante”.

Alla domanda sulla possibilità di una qualificazione all'Europa da parte dell'Udinese, Davis si mostra cautamente ottimista: “Sì, possiamo. Tutto è possibile, ma non dobbiamo pensarci”.

Sulla squadra più forte del campionato Davis è inequivocabile: “L'Inter, senza dubbio. E Calhanoglu. Mi piace molto.”

L'intervista si conclude con una domanda scherzosa sulla sua somiglianza con Romelu Lukaku. Davis risponde con umiltà e ammirazione: “Romelu è un super attaccante. Posso solo aspirare ad essere come lui. Magari gli assomiglio nel difendere la palla e nel girarsi, e sono anche mancino. Spero un giorno di raggiungere il suo livello”.

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