Juventus, Pirlo e l’invenzione McKennie: serve davvero un altro attaccante?

McKennie sfrutta lo spazio creatogli da Kulusevski e Ronaldo per buttarsi in area avversaria

Il 3 gennaio scorso, nel post partita di Juventus-Udinese, Andrea Pirlo fu chiarissimo e a domanda sull’imminente apertura del mercato, ammise schiettamente: “Abbiamo bisogno di una punta“. Un’esigenza derivata dalla sola presenza di un 9 “vero” in rosa, Alvaro Morata, e di tre attaccanti più mobili, come Cristiano Ronaldo, Paulo Dybala e Dejan Kulusevski, a cui piace svariare molto e che in assenza dello spagnolo, giocando insieme, svuotano difatti l’area avversaria.

A sopperire all’assenza di un centravanti di scorta è stato fondamentale il lavoro fatto da Andrea Pirlo sul nuovo arrivato Weston McKennie. Presentato come interditore recupera palloni, lo statunitense è stato reinventato dallo staff tecnico bianconero come invasore. Sfruttando le sue capacità di inserimento e l’abilità nell’occupare gli spazi, smarcandosi alle spalle della pressione avversaria, McKennie si è spesso posizionato nella zona centrale dell’attacco della Juventus, agendo da vero e proprio attaccante.

McKennie sfrutta lo spazio creato da Kulusevski e Ronaldo per buttarsi nell’area del Milan, riuscendo a calciare in porta.

La presenza in campo di McKennie ha permesso a Pirlo di poter sfruttare Kulusevski da spalla di uno fra Morata o Ronaldo nelle ultime uscite. I movimenti ad accorciare dello svedese si sono completati con quelli in profondità dell’ex Schalke. Lo stesso tipo di azioni viste anche con Paulo Dybala, esempio contro il Genoa, anche con movimenti opposti, e nuovamente possibili nel momento in cui sarà disponibile, magari anche con maggiore qualità. McKennie sta mettendo in fila partite di alto livello e lo stesso Kulusevski, sebbene spesso impreciso in rifinitura, sembra stia trovando la continuità di cui aveva bisogno, aspettando il ritorno del numero 10.

In questa azione contro il Genoa, McKennie fa da sponda come centravanti per l’inserimento di Dybala che andrà a segnare.

Così viene spontaneo domandarsi se davvero a questa Juventus possa servire un nuovo centravanti, soprattutto se quest’ultimo dovesse essere un ripiego dell’ultima ora o al contrario una spesa consistente (vedi Pellé o Scamacca, per fare due esempi chiacchierati). Si potrebbe pensare ad una mancanza in termini di reti realizzate, ma lo stesso McKennie, così come Kulusevski, Dybala e Chiesa, sono in grado di apportare un consistente numero di reti da aggiungere alle molteplici realizzazioni di Ronaldo e Morata. L’unica nota stonata restante sarebbe piuttosto colui che è ben presto diventato l’alter ego dello statunitense: Aaron Ramsey. Il gallese, presunto titolare di inizio anno come incursore, ha perso il posto causa prestazioni negative e inefficacia offensiva. Deputato allo stesso compito di McKennie, Ramsey al contrario non è riuscito a imporsi, risultando anche avulso dal gioco (vedi vs SPAL in Coppa Italia), non riuscendo fin qui a garantire lo stesso numero di gol né di intensità difensiva in fase di non possesso.

Vedremo se negli ultimi giorni di mercato Paratici deciderà se aggiungere un’altra pedina all’attacco o meno, sfruttando una possibile occasione last minute, nonostante la sensazione sia quella che le soluzioni possano essere in casa e che forse spendere per fare numero possa non essere la decisione migliore. Con l’idea che piuttosto l’investimento andrebbe fatto per un centrocampista di spessore. Lo stesso Andrea Pirlo è sembrato aver cambiato idea sulla questione, sia per mancanza di opzioni sul mercato, sia perché nelle ultime uscite sono arrivate ottime risposte da Kulusevski, preferito a Morata contro il Bologna per scelta tecnica, e ulteriori conferme per McKennie, tanto che per il tecnico bresciano adesso “il mercato non è una priorità“. Tutto questo aspettando ovviamente il ritorno di Paulo Dybala.

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