L’ennesima figuraccia europea della Juventus questa volta potrebbe avere conseguenze molto diverse rispetto al passato, a dimostrazione di come l’epopea bianconera degli ultimi dieci anni sembri essere giunta alla conclusione.
Fallimento. Fracaso. Insomma, di termini per definire l’uscita prematura della Juventus dalla Champions League, per mano del Porto, ce ne sono molti. L’ennesima brutta figura in territorio continentale ha certificato, una volta di più, il complesso psicologico che la squadra bianconera patisce nel momento in cui varca i confini italiani. Per certi versi, sembra di rivedere quel Real Madrid che, prima dell’avvento di Carlo Ancelotti, veniva sbattuto puntualmente fuori dal torneo, nonostante la presenza di Cristiano Ronaldo da ormai quattro anni. Stesso percorso, stesse dinamiche attuali. Ma, a differenza di quanto successe in casa madridista, le prospettive future per i bianconeri qui non si preannunciano rosee. E il primo punto in analisi è proprio relativo alla figura di CR7.
Il re senza più la sua corona: l’avventura juventina di CR7 al tramonto?
348 milioni. Tanto è costato fino ad ora il cinque volte pallone d’oro alle casse bianconere. Risultati: due Scudetti, due Supercoppe Italiane, due eliminazioni agli ottavi e una ai quarti di Champions. Troppo poco per giustificare un esborso simile. La prestazione imbarazzante di ieri sera è solo il culmine di un investimento a posteriori fallimentare, fortemente caldeggiato dal presidente Andrea Agnelli e da Fabio Paratici, convinti che sarebbe stata la mossa vincente per ritornare ad alzare la coppa dopo 25 anni. La mentalità vincente di chi ha vinto 5 coppe dalle grandi orecchie nella sua carriera avrebbe dovuto forgiare la cattiveria agonistica in campo europeo del resto della rosa, e invece è avvenuto l’esatto opposto: lo stesso Ronaldo è stato divorato dai fantasmi bianconeri, reso “schiavo” di una dimensione a cui non era più abituato: la sconfitta. E per questa ragione, proseguire insieme un cammino che ha imboccato la strada del fallimento non sembra più possibile. Senza contare anche la crisi economica figlia della pandemia.