Intervistato dal quotidiano torinese, il conduttore e tifoso dell’Inter ha parlato dell’inseguimento dei nerazzurri allo scudetto.
Il conduttore e noto tifoso dell’Inter Paolo Bonolis ha rilasciato un’intervista al quotidiano Tuttosport, in cui ha parlato del percorso dei nerazzurri verso lo scudetto, sempre più vicino. Queste le sue dichiarazioni.
Chi deve temere l’Inter? “L’Inter deve temere l’Inter. Ossia un possibile calo di attenzione e di concentrazione. Certo, se vincessimo col Sassuolo, 9 punti sul Milan, che poi sono 10, e 13, o 10, sulla Juventus, qualora i bianconeri battessero il Napoli, sono un bel vantaggio. Ma si deve sempre fare attenzione”.
Il gol di Gaich non vi ha consegnato lo scudetto quindi: “Io ovviamente ho esultato, è normale. Ma fin quando la matematica non dà sicurezza, tutto è ancora aperto, mancano un mucchio di partite. Lo so che è un luogo comune e che viene ripetuto costantemente sin da quando ero ragazzino, ma è così. Dobbiamo giocare contro un Napoli che quando ha tutti gli effettivi a disposizione è una vera rogna. C’è lo scontro diretto con la Juventus e la sfida contro la Roma. Non dimentichiamo poi le altre partite con squadre fastidiose, son partitacce. Sarebbe sbagliato credere possa essere una passeggiata solo perché ora si è davanti”.
L’Inter deve mantenere il vantaggio: “Il discorso assume delle traiettorie di banalità. Una squadra come quella nerazzurra quando entra in campo – e vale lo stesso per Milan, Juventus, Atalanta e così via – deve giocare per vincere, non può avere altri obiettivi. Poi che ci riescano o meno è un altro conto. Se sei primo in classifica è tutto nelle tue mani, anche per un mero discorso matematico, il meccanismo è talmente semplice che non se ne esce”.
Chi le piace più dell’Inter attuale? “Barella per il contributo che dà a centrocampo. Ma anche l’ultimo Brozovic, che galoppa come una grazia di Dio. La quadratura difensiva di De Vrij mi affascina, ma apprezzo anche il ritrovato Skriniar, oltre a questa splendida novità ormai sbocciata che rappresenta Bastoni. La coppia d’attacco è semplicemente eccellente, si completano: uno fa un lavoro di movimento, l’altro è argine e distribuzione del pallone. Poi c’è Eriksen che è finalmente arrivato in Italia”.
In che senso Eriksen è arrivato in Italia? “Anche Zidane e Platini ebbero problemi di ambientamento. Ora Eriksen è davvero in Italia e si vede in campo. Prima era straniero in terra straniera, a disagio. Ma è normale. Come se dall’oggi al domani trasferissero me e lei in Danimarca. Avremmo qualche problema lavorativo, o mi sbaglio?”.
Conte è interista? “Lo è sempre stato, almeno da quando ha firmato il contratto. Parliamo di un professionista, non di una banderuola. Svolge al meglio la sua professione e ci mancherebbe altro che ora non fosse interista”.
Fonte dichiarazioni: Tuttosport.
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