Il Presidente dell’AIA sul rigore negato a Di Lorenzo: “Fa parte del gioco, dobbiamo accettarlo”

La controversia sul rigore negato alla nazionale italiana durante la recente partita contro la Germania ha generato un acceso dibattito tra tifosi e appassionati di calcio. Antonio Zappi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), è intervenuto per commentare l’episodio, ribadendo l’importanza di accettare le decisioni arbitrali, anche quando non coincidono con l’interesse nazionale.

Un’Evoluzione nel Processo Decisionale Arbitrale

Zappi ha partecipato al Premio Bearzot a Roma e ha colto l’occasione per parlare dei progressi fatti in ambito arbitrale. “Stiamo cercando di migliorare la trasparenza nelle decisioni arbitrali, rendendo il processo più accessibile agli spettatori,” ha dichiarato il presidente. Ha inoltre menzionato la sperimentazione del Video Support, introdotto per la prima volta in Italia durante le finali del calcio a 5. Questo sistema, secondo Zappi, potrebbe essere applicato presto anche alla Serie C e al calcio femminile, garantendo una maggiore efficacia senza la necessità di una sala VAR dedicata.

Il Rigore Contestato: L’Opinione di Zappi

Nel caso del rigore annullato, Zappi ha spiegato che la decisione di richiamare l’arbitro Szymon Marciniak è stata presa dagli ufficiali internazionali sulla base di un chiaro ed evidente errore. “Anche quando le decisioni sono contro il nostro interesse, dobbiamo accettarle. La discrezionalità dell’arbitro fa parte del gioco,” ha sottolineato il presidente, richiamando l’attenzione sul rispetto delle regole in un contesto globale.

Le Prospettive per il Futuro dell’Arbitraggio

Un altro aspetto affrontato da Zappi riguarda la necessità di aggiornamenti regolamentari. L’IFAB, l’organismo che regola le norme del calcio, sta lavorando a nuovi sviluppi, con riunioni recenti a Belfast e altre già programmate. Questi incontri mirano a rendere il calcio più chiaro e coerente, minimizzando le polemiche legate all’interpretazione delle regole.

Zappi ha espresso il desiderio che l’Italia possa integrare pratiche già utilizzate all’estero, come quelle viste nella Carabao Cup o nel rugby, per migliorare ulteriormente la trasparenza e l’interazione con gli spettatori.

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