JOSE’ MOURINHO METODO – Analisi storica e tattica sulla filosofia di Mourinho. Il segreto del successo del tecnico portoghese, capace ancor prima di vincere trofei, di conquistare gli animi dello spogliatoio.
Un arrivo in Italia in pompa magna
Quando Mourinho arriva in Italia, ha già vinto tutto da allenatore. Porto e Chelsea hanno saccheggiato insieme campionati e coppe europee. Un arrivo alla Pinetina interista in pompa magna. Obiettivo migliorare i risultati europei scadenti del predecessore Roberto Mancini, pur vincitore di tre scudetti di fila, due sul campo.
Eppure l’avvio di Mourinho all’Inter non fu esaltante. A metà della stagione 2008-2009, l’Inter era prima in classifica con tre punti di vantaggio sulla seconda. Inoltre aveva perso il derby contro il Milan ed usciva in modo anonimo contro il Manchester United ai soliti ottavi di Champions. Alla fine sarà scudetto, il quarto di fila neroazzurro, ma la sostanza con Mancini non era cambiata.
Il metodo Mourinho
Solo nella stagione successiva, 2009-2010, i metodi di Mou saranno veramente applicati dalla banda neroazzurra. Ma quali sono questi principi?
Il tecnico portoghese ha una base di studi solidi neurobiologici. Il fulcro del metodo Mou è quello di puntare alla periodizzazione tattica e allenare i processi decisionali dei giocatori. La considerazione di Mou è quella di considerare i calciatori un tutt’uno psicofisico. Per l’allenatore il giocare è un’entità inseparabile di testa e fisico. Il calcio è un’insieme di parti interdipendenti.
La chiave di svolta mourinhiana è chiedere all’Inter di aggiungere due campi in erba per organizzare al meglio gli allenamenti. Ogni seduta durava appositamente 90 minuti, proprio per creare le condizioni di una partita reale, ricreando tutte situazioni specifiche di match. Situazione di non possesso, fase di interdizione, fase di dominio, addirittura momenti di resistenza con un uomo in meno. Senza contare le situazioni di arroccate difensive per proteggere i risultati o il tutto per tutto per riacciuffarli. Saranno questi elementi ad essere il mantra dell’Inter campione di tutto nel 2009-2010.
2009-2010. L’anno mirabile del metodo Mourinho
Ogni allenamento e discussione all’interno del campo di allenamento fu un processo di acquisizione preziosa nel 2009-2010. L’Inter aveva una scuola di vita e di formazione calcistica all’interno della Pinetina. Ogni elemento studiato e praticato con sudore in sessione, era l’arma giusta, il problem solving per vincere la partita successiva. Gli esempi più eclatanti? La sfuriata di Mourinho contro i suoi dopo il Ko a Catania che fece riavvicinare la Roma di Claudio Ranieri allo scudetto. Le sortite offensive libere con assalti continui per vincere una partita da recuperare, vedi la pazza Inter-Siena 3-2. La coraggiosa fase di rocca forte in difesa al Camp Nou contro il Barcellona, dopo l’espulsione del neroazzurro Thiago Motta. Tutte occasioni già provate durante la settimana, tutte situazioni a cui l’Inter sapeva rispondere presente.
Quell’anno l’Inter non solo vinse, ma diede una chiara manifestazione accademica di cosa significhi realmente lavorare in gruppo. L’Inter del triplete fu manifesto di leadership. Spiegò che cosa fosse la fatica, il coraggio, preparazione e unione.
Mourinho? Un autentico regista, il direttore di un gruppo con la G maiuscola, ognuno pronto a morire e dare tutto pur di avere la sua fiducia.
La comunicazione come metodo
Lo Special One non è ovviamente solo Inter. Mourinho è comunicazione, estro, imprevedibilità, a tratti furbizia e strategia. Lo si è visto moltissime volte sia in Italia, che all’estero. Recente con la nuova sposa, la Roma. Il tecnico portoghese non era nemmeno ancora il vero allenatore dei giallorossi, che su Instagram parlava già come fosse uno di loro. Accento tipico romano, daje Roma, colori e stemma della squadra già in bella vista con una cover tutta in onore della squadra capitolina. Una vera e propria volpe della comunicazione. Non solo brillante, ma soprattutto efficace.
Periodi difficili
Vero, Mourinho non sta passando una fase esaltante della sua carriera. Tre esoneri di fila dopo il ritorno al Chelsea nel 2016, quello di United nel 2019 e per ultimo quello di Tottenham nel 2021. Attualmente il portoghese fatica anche a Roma, ma davvero c’è chi ha il coraggio di voler annullare le capacità di un tecnico vincitore di ben 25 trofei?
Facciamo parlare la stagione e soprattutto il campo e al massimo ascoltiamo anche lo stesso Mourinho, di questi tempi abbiamo bisogno di nuove perle calcistiche e non, dopo troppo tempo senza di lui in Italia.
Fonte: Calcio Liquido. L’evoluzione della tattica della Serie A. Emiliano Battazzi
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