All'indomani della recente sconfitta del Milan contro l'Atalanta, Zlatan Ibrahimovic ha condiviso le sue riflessioni sul rapporto con i giovani calciatori e ha spiegato l'importanza del suo ruolo, che comporta una stretta interazione con il settore giovanile del club. L'icona svedese offerto spunti di riflessione sulle dinamiche generazionali, sul suo approccio al mentoring e sulla sua posizione sul coaching in un'intervista con Sports Illustrated.
Affrontando la percezione del divario generazionale, Ibrahimovic ha osservato: “Se si torna indietro di dieci anni, la gente probabilmente ha detto la stessa cosa: 'La nuova generazione non ascolta la vecchia generazione.' E se guardi indietro di 20 anni, sarebbe stato lo stesso”. Ha sottolineato l’importanza di consentire ai giovani giocatori di sviluppare il proprio percorso: “I giovani giocatori dovrebbero avere esattamente questa fiducia in se stessi e questa mentalità per ritagliarsi la propria strada. Non puoi togliere loro il carattere, l'ambizione e la visione. Hanno bisogno della libertà di esprimersi e fare le loro cose”.
Ibrahimovic vede il suo ruolo come una guida per questi talenti emergenti. “Naturalmente dovrebbero anche imparare, ed è qui che vedo il mio ruolo: guidarli nel loro viaggio con la mia esperienza di leader”, ha spiegato.
Alla domanda sul suo futuro da allenatore, Ibrahimovic ha ribadito la sua posizione attuale: “Attualmente sì. Non voglio fare l'allenatore perché è troppo lavoro per me. Bisogna coprire tanti ambiti, trovare idee e soluzioni, preparare e seguire le partite e allenarsi. Lavori giorno e notte. Un anno da allenatore mi sembrerebbe dieci anni. Quindi non mi attira”.
Ha ulteriormente elaborato la sua filosofia riguardo allo sviluppo dei giocatori e agli stili di allenatore: “Molti allenatori hanno una filosofia e uno stile di gioco, e poi il singolo giocatore diventa insignificante perché tutti sono costretti ad adottare una tattica o un sistema come una singola parte. Certo, la filosofia di un allenatore è importante e serve a gestire la squadra. Ma credo che il singolo giocatore sia la cosa più importante nella squadra. Perché lui va in campo e fa la differenza”.
Ibrahimovic conclude con una visione ottimistica sull'evoluzione del calcio: “E in generale non credo che il calcio stia diventando noioso. Piuttosto, sento che continua a crescere. Devi solo essere intelligente e non chiuderti ai nuovi sviluppi”.
La posta Ibrahimovic su sviluppo giovanile e coaching: “Il mio compito è guidarli nel loro percorso” è apparso per primo FootItalia.com.