Il viaggio di Isak Hien per diventare uno dei leader difensivi dell'Atalanta è una testimonianza della crescita personale e dell'adattabilità nel calcio. Solo sei anni fa, nel 2018, Hien giocava da attaccante. “Sì, ma non segnavo, quindi io e il mio allenatore di allora abbiamo pensato a trovare una soluzione”, spiega sorridendo La Gazzetta dello Sport. Ora, sotto la guida di Gian Piero Gasperini, Hien è diventato un elemento cruciale della formidabile difesa dell'Atalanta.
Interrogato sulla sua evoluzione e quella dell'Atalanta, Hien sottolinea l'incessante spinta al miglioramento della squadra: “Ogni partita e ogni settimana, questa squadra mostra la sua voglia di migliorare. Non siamo mai soddisfatti; non ci fermiamo ai risultati che otteniamo. Vogliamo essere una squadra sempre più forte. Questo spirito è la nostra forza”.
Hien elogia il clima familiare della società, dalla famiglia Percassi al direttore sportivo D'Amico: “È importante vederli e sentirli sempre vicini; sono fisicamente presenti a Zingonia durante la settimana. C'è un clima familiare, senza dimenticare i tifosi. Qui siamo tutti uniti sia quando vinciamo che quando perdiamo”.
Sul lavoro specifico di Gasperini con lui, Hien condivide: “Su vari dettagli. Ad esempio il posizionamento in marcatura durante i duelli aerei. Stavo dietro l'attaccante; qui lavoro molto per stare accanto a loro. L’obiettivo è anticipare, ma essere laterali ci dà una visione diversa per scegliere se provare o aspettare. Ho imparato anche da Djimsiti e Kolasinac”.
Parlando dello stile di gioco dell'Atalanta, Hien sottolinea l'enfasi sui difensori che giocano con la palla: “A Verona ci è stato chiesto meno in termini di gioco da dietro; qui è diverso. È bello avere sempre questo approccio, non limitarsi a calciare via la palla ma giocarla il più possibile. Lavoriamo tanto sullo sviluppo del gioco partendo da noi difensori. Non siamo i migliori in Italia sotto questo aspetto; abbiamo spazio per crescere ulteriormente”.
Per quanto riguarda la linea difensiva alta dell'Atalanta, Hien si sente a suo agio: “Non è una cosa così nuova per me, e ora giochiamo così anche con la Svezia. Ma non sono mai solo; c'è sempre un compagno di squadra, se non due, che aiuta a coprire.
Mentre l'Atalanta si prepara a riprendere il cammino contro il Parma, Hien sottolinea l'importanza della concentrazione: “Dobbiamo mettere la massima attenzione in questa partita. Sarà dura; Quest'estate in un'amichevole abbiamo visto che sono una squadra molto forte. Per prendere punti dovremo dare il massimo. Non abbiamo vinto prima di entrare in campo; dobbiamo giocare e giocare bene per evitare di prendere gol”.
Sull'impressionante record difensivo dell'Atalanta, Hien riflette: “Penso che sia difficile per tutti i nostri avversari affrontarci. L’ho sentito anche io quando ero al Verona: l’Atalanta era ed è una squadra forte, di qualità, che lotta sempre come se dovesse evitare la retrocessione”.
Alla domanda sulle ambizioni scudetto, Hien resta con i piedi per terra: “Non è un pensiero anche se la gente ne parla. Ma sappiamo che il calcio è così e il campionato è lunghissimo. E vale anche per le altre squadre. Pensiamo solo alla prossima partita”.
Hien accenna anche al suo background multiculturale, con madre svedese e padre ghanese: “Mio padre è arrivato in Svezia intorno ai 30 anni. Sono molto legato a lui e a mia madre. Io e i miei due fratelli abbiamo sempre giocato a calcio. I nostri genitori non ci hanno mai fatto pressioni; anche se papà è stato il mio allenatore dai 6 ai 10 anni, non mi sono mai sentito sotto pressione. Gli saremo sempre grati”.
Sulle sue competenze linguistiche, Hien condivide: “Parlo tre lingue: svedese, inglese e italiano. Ora con Sulemana voglio imparare il ghanese!”
La posta Hien: “Atalanta per lo scudetto? Non ci pensiamo…” è apparso per primo FootItalia.com.