Autoriciclaggio, l’inchiesta sul presidente FIGC Gravina si sposta a Sulmona
La procura generale della Cassazione ha disposto l’invio alla Procura di Sulmona dell’indagine che vede indagato il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, con l’accusa di autoriciclaggio. L’istanza sulla competenza territoriale era stata presentata dai difensori dello stesso Gravina, che hanno sostenuto la necessità di spostare l’indagine per ragioni giurisdizionali.
Il 2 dicembre scorso, i pm di Roma avevano notificato all’indagato l’atto di chiusura delle indagini, avviate nel marzo 2023 dopo un impulso della Procura nazionale Antimafia. L’inchiesta è nata da presunti illeciti emersi su attività di dossieraggio, coinvolgendo varie figure, tra cui Pasquale Striano. L’oggetto del procedimento riguarda presunte irregolarità, tra cui la compravendita di una collezione di libri antichi nella disponibilità di Gravina.
Il 19 novembre, il tribunale del Riesame aveva rigettato l’appello della Procura sul sequestro preventivo di 140mila euro nei confronti del numero uno della FIGC. La competenza di Sulmona è legata alla filiale della banca in cui sono stati accreditati i soldi oggetto dell’indagine, situata a Castel di Sangro, comune rientrante nella giurisdizione di Sulmona.
Dettagli sull’indagine
Le accuse contro Gravina ruotano attorno a transazioni finanziarie sospette, legate alla vendita e all’acquisto di beni di valore. L’indagine mira a chiarire la legittimità delle operazioni finanziarie e a determinare se vi siano stati reati di riciclaggio di denaro.
Il trasferimento del procedimento a Sulmona è stato considerato essenziale per garantire una valutazione imparziale e appropriata delle prove. La Procura di Sulmona avrà il compito di approfondire le indagini e verificare le circostanze delle presunte irregolarità.
Prospettive future
La prossima fase dell’indagine si concentrerà sull’analisi dettagliata delle transazioni e sulla raccolta di ulteriori prove. Gli sviluppi del caso saranno monitorati attentamente, in quanto potrebbero avere ripercussioni significative sulla gestione della Federcalcio e sull’immagine del presidente Gravina.