La Commissione irlandese per la protezione dei dati (“DPC”), la massima autorità di vigilanza ai sensi della legge sulla protezione dei dati dell'UE, sta indagando su come Google utilizza i dati personali degli utenti per la sua intelligenza artificiale e, se necessario, predispone sanzioni.
Più specificamente, l’indagine mira a “determinare se Google ha adempiuto agli obblighi che avrebbe dovuto assumersi” per garantire la protezione “dei diritti e delle libertà fondamentali degli individui”.
Con l'entrata in vigore del GDPR (General Data Protection Regulation), dal 2018 le aziende hanno dovuto sottostare a una lunga lista di regole estremamente precise, volte a proteggere i dati personali degli utenti sfruttati dalle piattaforme, tenendo conto di elementi che vanno dalla richiesta di consenso (i famosi pop-up di accettazione dei cookie) all'imposizione di notifiche di data breach in caso di violazione dei dati. Tra queste regole vi è la valutazione di impatto del trattamento, volta a garantire e dimostrare la conformità di un trattamento di dati personali alle norme, valutandone la necessità e la proporzionalità, tenendo conto di eventuali rischi per i diritti e le libertà delle persone fisiche derivanti dal trattamento.
![Se il web sta morendo è tutta colpa di Google Se il web sta morendo è tutta colpa di Google](https://i0.wp.com/www.macitynet.it/wp-content/uploads/2024/05/google1200.jpg?resize=1200%2C826&ssl=1)
![Se il web sta morendo è tutta colpa di Google Se il web sta morendo è tutta colpa di Google](https://i0.wp.com/www.macitynet.it/wp-content/uploads/2024/05/google1200.jpg?resize=1200%2C826&ssl=1)
Firmbee.com https://unsplash.com/it/foto/persona-che-usa-macbook-pro-sul-tavolo-31OdWLEQ-78
Diverse grandi aziende tecnologiche sono state prese di mira dall'Unione Europea, che chiede protezione per gli utenti e i loro dati, il che spiega anche perché Apple stia procedendo con cautela quando si tratta della sua IA. Prima di Google, è stato anche il turno di X (Twitter) sospettato di violare le norme europee, per il modo in cui utilizza la spunta blu per verificare gli account, ma anche per la mancanza di trasparenza sui dati e sulla pubblicità. Metà è stata bloccata per la folle idea di lanciare in Europa la sua IA addestrata sui dati forniti dagli utenti: anche in questo caso, la Commissione irlandese per la protezione dei dati era intervenuta (su incarico delle autorità europee per la protezione dei dati) perché l'IA in questione non rispettava la privacy degli utenti, nonostante l'azienda avesse assicurato che i dati raccolti non sarebbero stati collegati a profili specifici.
Apple, come detto, dopo varie battaglie combattute contro la Commissione Europea, ha deciso di muoversi con cautela (lo ha ribadito di recente Craig Federighi, vicepresidente senior dell'ingegneria del software dell'azienda di Cupertino), preferendo rinviare il rilascio di alcune funzionalità piuttosto che rischiare l'ennesima multa.