Il nuovo Decreto Sport introduce una svolta epocale per il calcio italiano: i contratti dei calciatori potranno durare fino a 8 anni, superando il limite storico di 5 stagioni in vigore da oltre quattro decenni. La modifica, contenuta nell’articolo 26 del D. Lgs. n. 36/2021, è destinata a diventare legge, offrendo ai club maggiore flessibilità nella gestione dei propri tesserati. Il CFO del Parma, Valerio Casagrande, ha evidenziato come questa novità possa ridurre i costi di negoziazione, evitando rinnovi frequenti e garantendo una protezione contrattuale più lunga per i giocatori chiave.
Tuttavia, l’estensione contrattuale rappresenta un’arma a doppio taglio: se da un lato un contratto lungo per un talento consolidato è un investimento sicuro, dall’altro vincolare a lungo un calciatore che non rende può generare costi interni elevati. Casagrande sottolinea che questa opzione sarà usata con cautela, privilegiando atleti giovani e affidabili, come già accade in Premier League con profili come Haaland.
Dal punto di vista finanziario, la durata contrattuale più lunga può rafforzare le operazioni di finanziamento, utilizzando il valore del calciatore come collaterale. Questo strumento potrebbe favorire investimenti più strutturati, ma richiede una selezione attenta dei profili da blindare.
Ammortamenti e bilanci: impatto differenziato tra ambito federale e civilistico
Nonostante l’estensione contrattuale, il costo del cartellino continuerà a essere ammortizzato su un massimo di 5 anni nei bilanci federali, in linea con le normative UEFA sul Fair Play Finanziario. Questo significa che, anche con contratti più lunghi, i club dovranno rispettare i limiti contabili imposti dalle autorità sportive, mantenendo coerenza con i parametri economico-finanziari.
Diverso il discorso per i bilanci civilistici, dove l’articolo 2426 del Codice Civile prevede che l’ammortamento segua la durata utile del contratto. In questo caso, un contratto di 8 anni potrebbe comportare un impatto positivo sul risultato economico, riducendo i costi annuali e migliorando il patrimonio netto. Tuttavia, ciò comporterebbe un aumento delle imposte, anche se, come osserva Casagrande, la bassa redditività del settore rende questo aspetto meno rilevante per molti club.
Il doppio binario tra bilancio federale e civilistico potrebbe generare discrepanze contabili, ma è già una prassi consolidata in Premier League, dove i club redigono due set di bilanci distinti. In Inghilterra, infatti, non esiste un limite alla durata contrattuale, ma l’ammortamento ai fini regolamentari resta fissato a 5 anni.
Il nuovo scenario apre quindi a una gestione più sofisticata dei contratti e dei bilanci, ma richiede competenze tecniche e strategiche per evitare rischi e massimizzare i benefici.