Chi è Tori Penso, l’arbitra aggredita da Marcelo Brozovic in Arabia Saudita

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Il calcio in Arabia Saudita ha visto un’innovazione storica durante l’ultima finale della Riyadh Season Cup: Tori Penso, una delle migliori arbitre donne degli Stati Uniti, è stata chiamata a dirigere la partita tra Al Nassr e Al Hilal. Questo evento senza precedenti ha suscitato grande interesse e dibattito nell’ambito del calcio saudita e oltre.

Penso, nota per la sua autorità e competenza, ha fatto la storia già in passato per essere stata parte del primo terzetto arbitrale tutto al femminile nella Major League Soccer (MLS) e per la sua esperienza in eventi di rilevanza mondiale, tra cui la Coppa del Mondo femminile e il Mondiale per Club.

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Tuttavia, la sua presenza sul campo saudita non è stata esente da controversie. Cristiano Ronaldo e Marcelo Brozovic, per esempio, hanno manifestato apertamente la loro frustrazione nei confronti dell’arbitro, esponendo l’incomprensione e la tensione presenti sul campo durante la partita.

L’arrivo di un arbitro donna in Arabia Saudita ha sollevato domande sul reale intento di modernizzazione del calcio nel Paese, con alcuni che vedono la mossa come parte di una strategia di sportwashing. Tuttavia, la scelta di Penso non è casuale: la sua competenza e la sua esperienza negli Stati Uniti l’hanno resa una figura di spicco nel mondo arbitrale, con un ruolo chiave nella promozione di un sistema di arbitraggio equo e professionale.

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Il suo curriculum impressionante e il suo impatto nel calcio internazionale la rendono una scelta naturale per inaugurare questo nuovo corso in Arabia Saudita. Mentre il campionato saudita ha già accolto altri arbitri stranieri di alto livello, Penso è stata la prima donna a dirigere una partita tra due squadre saudite, aprendo la strada a una possibile diversificazione nell’arbitraggio anche in altri contesti.

La sua presenza sulla scena calcistica saudita segna un importante passo avanti nella diversità e nell’inclusione nel mondo del calcio, dimostrando che il talento e la competenza non conoscono confini di genere o nazionalità.

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