Buffon: “Il Mondiale mi serve per sognare. Chiesa è stato imbarazzante”

Foto: profilo Instagram Juventus

Il neo portiere del Parma Gianluigi Buffon si è lasciato andare ad una lunga interista con La Gazzetta dello Sport, parlando del trionfo Europeo degli Azzurri e del suo sogno nel cassetto: il Mondiale in Qatar 2022.

Un sogno chiamato Mondiale: così Gigi Buffon parla attraverso un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Le sue parole:

DONNARUMMA«Ha fatto un grandissimo Europeo. Per le parate, ma soprattutto per la gestione delle varie situazioni, è stato di una spanna superiore a tutti gli altri portieri. Se a inizio torneo poteva essere ancora considerato una sorpresa, alla fine ha consolidato la sua posizione: oggi è lui il punto di riferimento mondiale».

MONDIALE 2022«Mancini ha fatto una cosa straordinaria. Possiamo solo fargli lodi e complimenti. E io, a 43anni, anche per rispetto del lavoro del c.t., non sarò mai quello che si candida: “Oh, ci sono anch’io…”. Mai. Ma il Mondiale mi serve per sognare. Altrimenti per cosa gioco a fare? Per riportare il Parma in A, certo. E dopo? Quasi sicuramente Mancini non mi chiamerà, giustamente, ha i suoi uomini, il suo gruppo. Ma io ho bisogno di sapere che ci sarà un Mondiale in Qatar per continuare a parare e sognare».

ITALIA-INGHILTERRA«L’ho vista a casa. Bello assistere al primo vero trionfo dei miei figli: la sofferenza, i silenzi, le pulsioni, la gioia! Un piccolo rito d’iniziazione come lo era stato per me il Mundial dell’82. Io ho vinto molto e i miei figli hanno festeggiato spesso, ma qualche delusione cocente l’hanno provata: due finali Champions, quella dell’Europeo… Bello vederli felici e bello pensare ai bambini che avevano pianto dopo l’eliminazione con la Svezia. Avevo pianto anch’io a San Siro. Uno dei miei primi commenti era stato proprio per i bambini: “Mi dispiace aver negato la gioia di assistere a un Mondiale”. Ho sempre giocato per la gente, grande e piccola, che mi sostiene. Sento sempre la responsabilità nei loro confronti».

BONUCCI E CHIELLINI E DONNARUMMA – «Gelosia? L’avrei sentita, se non avessi vinto Mondiale, coppe e scudetti. Ma quando sei sereno e in pace con te stesso, come fai a provare invidia? Per due fratelli come Leo e il Chiello, poi! Ero solo spaventato dall’idea che potessero perdere un’altra finale e poi tremendamente felice per loro, due calciatori, due ragazzi dal valore inestimabile. Poi è chiaro, essendo un agonista, mi sarebbe piaciuto essere in campo a festeggiare con loro. Non lo nego. Ma si sarebbe piaciuto esserci anche con Pozzo, Bearzot e Valcareggi, se è per questo».

CHIESA«Con Donnarumma è stato la sorpresa dell’Europeo. Quando è arrivato alla Juve non pensavo che fosse così forte. Sono sincero. All’Europeo è stato imbarazzante: in finale con l’Inghilterra, ragazzi, quando partiva, non lo tenevano. Dopo un anno di Juve Fede non mi ha sorpreso, ma non era scontato che si confermasse in un contesto del genere. Quando ti vengono certe cose a un livello così alto, vuol dire che sei davvero speciale».

PARMA«Dall’ultimo Juve-Parma. Dopo la partita di Torino, mi sono fermato a chiacchierare qualche minuto con il presidente Krause e mi ha chiesto: «Verresti a giocare al Parma?».  In genere, per una forma di discrezione, uno non osa chiedere una cosa simile. E invece a lui è partita la domanda… Mi è piaciuta la cosa, perché ho intuito una visione. E poi era un americano. Nell’immaginario comune, l’America è sogno. Quello cercavo: qualcuno che mi facesse sognare attraverso una visione».

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