La Camera per il Contenzioso Amministrativo del Tribunale Nazionale ha emesso una sentenza che condanna il Barcellona al pagamento di 23 milioni di euro per mancati versamenti fiscali derivanti dalle trattative con gli agenti dei giocatori. Secondo la sentenza, la società calcistica catalana avrebbe retribuito gli agenti per prestazioni inesistenti, facendo passare parte del compenso direttamente ai giocatori, senza applicare le dovute ritenute fiscali.
L’Amministrazione spagnola ha sostenuto che i pagamenti effettuati dal Barcellona agli agenti dei calciatori costituiscono reddito di lavoro e, pertanto, devono essere soggetti a ritenuta d’acconto al momento della transazione. Tuttavia, secondo le indagini condotte dall’Ispettorato, i pagamenti non sono stati effettuati in conformità con le leggi fiscali vigenti, poiché gli agenti avrebbero rappresentato i giocatori e agito nel loro interesse, piuttosto che prestare servizi commissionati dal club.

La decisione della Camera per il Contenzioso Amministrativo è stata chiara nel sottolineare che il Barcellona avrebbe ottenuto vantaggi fiscali illeciti, alterando la base imponibile delle imposte sulle società, sull’IVA e sul reddito delle persone fisiche. In risposta alla sentenza, il club catalano ha dichiarato di aver intenzione di presentare ricorso alla Corte Suprema, sottolineando la propria posizione e contestando le accuse di evasione fiscale.
Questa grana economica si aggiunge alle sfide che il Barcellona sta già affrontando, inclusa la transizione senza Xavi nel suo futuro calcistico. La situazione evidenzia le complessità e le implicazioni legali che circondano le trattative dei giocatori nel mondo del calcio professionistico.

In definitiva, il Barcellona si trova ad affrontare una battaglia legale e finanziaria significativa, mentre lo Stato spagnolo continua a vigilare attentamente sul rispetto delle leggi fiscali nel mondo dello sport professionistico.