La questione dei rigori assegnati in caso di “step on foot” (pestone) ha sollevato numerose discussioni in Serie A, soprattutto dopo una domenica ricca di episodi controversi. Questo tipo di contatto, dove un giocatore calpesta involontariamente il piede di un avversario, sembra essere giudicato in modo non uniforme, creando confusione tra tifosi e addetti ai lavori. L’episodio più dibattuto riguarda il contatto tra Kyriakopulos e Baldanzi durante Monza-Roma, sollevando dubbi sulla coerenza con altri casi simili.
L’involontarietà come discriminante: la posizione di Gervasoni
Andrea Gervasoni, vice commissario designatore della CAN, ha difeso la decisione di non assegnare il rigore in Monza-Roma, sottolineando che lo step on foot di Kyriakopulos su Baldanzi è stato considerato involontario e di lieve entità. Ha spiegato che, nel caso specifico, entrambi i giocatori stavano guardando il pallone, rendendo il contatto fortuito e non falloso. Gervasoni ha inoltre ribadito che per giudicare uno step on foot come punibile, il contatto deve essere chiaro e imprudente, al punto da meritare un cartellino giallo.
Secondo Gervasoni, l’intento è evitare che contatti leggeri e casuali vengano puniti con calci di rigore. “Non vogliamo che micro-tocchi o micro-pistoni vengano considerati fallosi”, ha spiegato, chiarendo che ci dev’essere un intervento deciso per giustificare l’intervento del VAR.
Contatto in area Baldanzi-Kyriakopoulos in #MonzaRoma
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Le contraddizioni evidenziate dal caso Fiorentina-Milan
Tuttavia, questa interpretazione sembra contraddittoria rispetto a quanto accaduto in Fiorentina-Milan, dove un contatto molto leggero tra Hernandez e Dodò ha portato all’assegnazione di un rigore grazie all’intervento del VAR. Questo episodio ha suscitato critiche, con Paulo Fonseca, allenatore del Milan, che ha definito la situazione come un “circo” di rigori, lamentando che il calcio potrebbe perdere la sua essenza se si continua a sanzionare contatti così lievi.
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Rocchi e l’evoluzione del metro di giudizio
Un anno fa, Gianluca Rocchi, il designatore arbitrale, aveva offerto una visione diversa sullo step on foot. Rocchi aveva chiarito che la volontarietà non era un fattore determinante per assegnare un rigore in caso di pestone. Secondo Rocchi, non si dovrebbe considerare la volontarietà, ma solo l’intensità del contatto, per evitare decisioni soggettive. Questa affermazione contrasta con l’interpretazione data da Gervasoni, evidenziando una mancanza di coerenza nelle decisioni arbitrali.
Rocchi chiarisce la regola sullo “step on foot” 🦶❌
Non occorre ci sia la volontarietà per fischiare fallo 👌#OpenVar #SNS #DAZNTweet – 1 pic.twitter.com/ShoZVNjmhQ
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In conclusione, la gestione dei contatti da step on foot continua a generare incertezze e polemiche, con interpretazioni diverse a seconda degli episodi. Se da un lato si cerca di evitare che contatti lievi influenzino pesantemente il gioco, dall’altro, decisioni come quella in Fiorentina-Milan lasciano spazio a critiche su una mancata uniformità nei criteri di valutazione.